Cosa è cambiato con la pandemia?
Stiamo vivendo un momento storico che coinvolge l’intero pianeta.
Dopo due anni di pandemia, le abitudini di vita sono state inevitabilmente modificate per far fronte ai rischi di contrarre il virus.
Il cambiamento, se da un lato ha portato a riconsiderare il fattore umano e ha posto l’accento sui valori prioritari, dall’altro ha comportato un forte disagio.
Si registra, infatti, un diffuso malessere psicologico: sono in aumento le condizioni ansiose e depressive e di distress cronico.
Più della metà dei bambini e dei ragazzi vive uno stato d’animo di tristezza, noia e irrequietezza; alcuni manifestano irritabilità, disturbi psicosomatici fino a comportamenti autolesivi e ideazioni suicidarie.
Il malessere mentale influisce non solo sulla salute fisica, ma in tutti i contesti di vita: comportamenti, relazioni, decisioni, lavoro, produttività.
Spesso sono emersi problemi e fragilità che già esistevano e che si sono accentuati e, quindi, evidenziati.
Il disagio incide anche sull’economia in vari modi, poiché chi vive la sofferenza tende a non uscire, a spendere meno, a essere poco produttivo, genera più conflitti e innesca maggiori consumi sanitari.
La pandemia ha influito su ciascuna persona, svelandoci che quello che facciamo può fare la differenza per gli altri, anche a livello globale.
Non c’è salute senza salute mentale
OMS
Come affrontare le difficoltà emerse?
Il malessere può essere ricondotto a un bisogno psicologico che non va ignorato, ma ascoltato e affrontato con figure esperte.
È necessario tutelare il benessere psicologico nei vari ambiti della società: a scuola, nelle organizzazioni, sul territorio.
La crisi a livello mondiale ha avuto conseguenze su ognuno di noi e ha sottolineato una forte interconnessione presente tra i vari contesti di vita e tra i singoli.
La sfida da affrontare oggi consiste nel considerare questa crisi come un’opportunità per migliorarsi e crescere su più livelli: come persone, comunità, istituzioni e società.
È fondamentale che il concetto di salute venga considerato integrando l’aspetto fisico con quello psicologico. La salute non è solo assenza di patologia, ma riguarda il benessere e il funzionamento generale.
Come contrastare la pandemia da Coronavirus? Il ruolo di medicina e psicologia
In base alla letteratura scientifica, si rileva che i vaccini e i farmaci sono un aspetto fondamentale per contrastare il virus, ma non costituiscono l’intera soluzione.
I meccanismi alla base del Covid implicano uno squilibrio della risposta immunitaria, inadatto a fermare il virus ma adatto a danneggiare l’organismo.
Tra i fattori di squilibrio dell’immunità ci sono i disturbi psicologici e lo stress cronico che favoriscono l’emergere di malattie infettive pandemiche poiché compromettono la nostra resistenza mentale fisica all’infezione.
Le recenti scoperte in campo scientifico dimostrano che un atteggiamento mentale positivo sostiene il fisico, permettendo di prevenire o combattere efficacemente le infezioni e consentendo di vivere meglio e più a lungo.
La pandemia può, quindi, essere fermata integrando la farmacologia con interventi psicologici che influenzano la risposta equilibrata del sistema immunitario.
Bivio post pandemia: direzione peggioramento o miglioramento?
Si rivela necessaria una profonda riflessione e pianificazione di rete per percorrere la strada del cambiamento nella direzione del benessere individuale e globale.
Se non cambieremo le condizioni pre-pandemia, restando fermi o tornando semplicemente allo stato precedente, sarà difficile e illusorio sperare di migliorare.
Il virus dovrebbe indurre a riflettere sul fatto che il proprio comportamento influisce sull’altro e che la propria salute dipende dalle condotte altrui.
Siamo inevitabilmente interconnessi: dalle azioni del singolo dipende la salute dell’altro.
Ciò significa che gestire la propria salute mentale e il benessere psicosociale è importante quanto occuparsi della propria salute fisica.
“Non c’è salute senza salute mentale”, afferma l’Organizzazione mondiale della Sanità.
E la pandemia da Covid-19 ne è una prova.
Bibliografia:
Rivista n. 1 (Gennaio 2021): La professione psicologica: Psicologia per l’emergenza e la ripartenza. Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, Roma.