Perché molti ragazzi stanno male a scuola?
Gli alunni che frequentano attualmente le scuole certamente non sono uguali a quelli di 20 o 50 anni fa.
I giovani di oggi, nativi digitali, hanno delle sollecitazioni sociali, tecnologiche, culturali molto differenti rispetto al mondo a cui siamo abituati noi adulti.
Si rende necessario un cambiamento nell’idea di educazione per evitare che molti bambini e ragazzi vivano la scuola in una situazione di disagio.
Eppure i dati Ocse mostrano che molti studenti riportano emozioni di noia, rabbia, paura e alti livelli di ansia da prestazione associati agli apprendimenti, cosicché nelle loro memorie si imprimono ricordi negativi.
Tra le cause di queste emozioni spiacevoli che determinano un malessere talvolta profondo, la principale riguarda il carico eccessivo di nozioni che gli allievi cercano di memorizzare in modo veloce e passivo per riuscire a stare al ritmo delle richieste.
Ovviamente non tutte le realtà scolastiche manifestano queste dinamiche, tuttavia l’indagine ne rileva una presenza piuttosto diffusa.
La mente non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere.
Plutarco
In che modo le emozioni agiscono sul tipo di apprendimento?
Emozione e cognizione sono come due facce della stessa medaglia, poiché risultano fortemente interconnesse.
Negli ultimi anni si è sviluppato un nuovo filone di ricerca scientifica, focalizzato proprio sullo studio del rapporto fra cognizioni ed emozioni, a cui è stato dato il nome di Warm Cognition, letteralmente “cognizione calda”.
Gli studi neurologici mostrano come a ogni attività cognitiva corrisponda un tracciato emozionale, cosicché a livello cerebrale le emozioni si imprimono insieme alle emozioni.
La prof.ssa Daniela Lucangeli, esperta di disturbi dell’apprendimento, ha riscontrato che se uno studente apprende con curiosità e gioia, la lezione si inciderà nella memoria insieme a queste emozioni positive. Al contrario, se lo studente impara con noia, paura, ansia, senso di colpa o vergogna, queste emozioni negative indurranno la sua mente a rifiutare il sapere trasmesso.
Le esperienze scolastiche fallimentari , infatti, determinano un senso di inadeguatezza che inibisce l’apprendimento. L’allievo, sentendosi sotto giudizio, tende a ricondurre l’insuccesso alle proprie incapacità e sente di non poter far nulla per cambiare la situazione.
È possibile migliorare la condizione degli studenti?
Per il benessere dei bambini e dei ragazzi risulta fondamentale sostenere le emozioni positive e la percezione di autoefficacia.
Le emozioni piacevoli, infatti, favoriscono la creatività nella soluzione dei problemi e una disposizione ottimistica verso l’impegno che si deve affrontare.
Ogni studente ha il diritto di apprendere accompagnato da un insegnante che non rivesta il ruolo di giudice che punisce l’errore, bensì quello di alleato, con un approccio caratterizzato da entusiasmo, incoraggiamento, fiducia, sorrisi, gratificazioni e stimoli a sviluppare una motivazione intrinseca.
In questo modo l’allievo, sperimentando gioia, autostima e autoefficacia, troverà dentro di sé la spinta allo studio, sentendosi così il protagonista del proprio apprendimento.
A tal fine, è necessario che lo studente percepisca di essere all’altezza di ciò che gli viene chiesto.
I giovani hanno bisogno di sperimentare il successo per poter sviluppare la fiducia in se stessi poiché la consapevolezza di poter raggiungere dei traguardi li aiuterà in futuro a perseverare nelle difficoltà e ad affrontare gli ostacoli che si presenteranno.
È importante, quindi, proporre agli studenti delle sfide che consentano loro di raggiungere buoni risultati rispetto al livello di partenza individuale.
Chi è un bravo maestro?
Un bravo maestro è colui che aiuta, che dà fiducia e coraggio, e non chi riempie di nozioni.
È chi diventa alleato dello studente di fronte all’errore e alle sue fatiche, astenendosi dal diventare giudice temibile.
È colui che incoraggia l’autostima e la percezione di autoefficacia degli alunni con lo sguardo, il sorriso, il tono della voce, la certezza della presenza e dell’affetto.
È chi facilita l’apprendimento per scoperta e propone sfide stimolanti e commisurate alle possibilità di ciascuno.
È colui che utilizza le emozioni positive per nutrire l’apprendimento, stimolando l’interesse, la curiosità e la motivazione.
È chi insegna in modo coinvolgente e appassionante, conducendo lo studente non solo al successo scolastico, ma anche a vivere bene il proprio contesto educativo.
Bibliografia:
Lucangeli D. (2011). Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere. Erickson.