Come distinguerli
Spesso si tende a far confusione fra i termini paura, ansia e panico.
La paura è un’emozione di base innata, connessa all’istinto di sopravvivenza, che ci salva quando ci troviamo in situazioni rischiose. Essa, attraverso la percezione del pericolo, scatta in millesimi di secondo e attiva delle risposte fisiologiche come l’aumento del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, in modo da preparare l’organismo all’eventuale lotta o fuga.
L’ansia è l’insieme delle reazioni derivanti dalla paura che si mantiene per un tempo più prolungato dell’istantanea risposta allo stimolo. Si tratta, quindi, di una condizione generale di attivazione delle risorse fisiche e mentali di fronte alla sensazione di minaccia.
Pertanto la paura è una percezione che attiva risposte immediate, mentre l’ansia è la naturale reazione fisiologica derivante dalla paura.
Paura e ansia sono di per sé utili e funzionali. Diventano disadattive quando superano una certa soglia e conducono l’organismo al panico.
Il panico si può definire come la forma più estrema della paura. Consiste, infatti, in un vero e proprio tilt psicofisiologico derivante da un’ansia che supera la soglia della funzionalità, determinando una totale perdita di lucidità e controllo.
La paura è la cosa di cui ho più paura.
Michel De Montaigne
Come interagiscono paura e ansia?
Paura e ansia si influenzano in modo circolare, l’una può essere effetto e trasformarsi in causa dell’altra.
Infatti, la percezione di paura innesca le reazioni fisiologiche dell’ansia. La mente cosciente cerca di controllare l’ansia perché ne ha paura. E così la “paura della paura” può provocare la perdita di controllo fino all’esplosione del panico.
Nelle persone che hanno sperimentato gli attacchi di panico, spesso un’attivazione sana dell’ansia viene interpretata come il preludio di un’escalation psicofisiologica che innesca il panico stesso.
Il trattamento farmacologico permette di sedare l’ansia e quindi le sensazioni fisiologiche, ma non cambia la percezione di paura che è alla base del problema.
Quali soluzioni?
Se si cerca di ridurre solo l’ansia non si riuscirà a rimuovere la paura, mentre se si impara a gestire la paura, si potrà rendere adattiva anche l’ansia.
L’uso di farmaci ansiolitici, infatti, dopo qualche mese conduce a effetti paradosso alimentando l’ansia anziché ridurla. Occorre invece agire sulla paura, poiché questa è la fonte di innesco dell’ansia.
Come fare? Cambiando le percezioni soggettive riguardo a quel che è vissuto come spaventoso.
Il sostegno psicologico in certi casi è fondamentale per modificare la percezione e la reazione che la persona esplica nei confronti della realtà, riportando così paura ed ansia ad essere funzionali alla propria condizione di benessere.
Trasformare la paura in qualcosa di gestibile permette alla persona di recuperare il senso del controllo di sé e della circostanza temuta, mantenendo l’ansia entro la soglia della funzionalità.
Paura e ansia, se utilizzate come risorse, ci concedono il privilegio di sperimentare il coraggio e ci danno la spinta per migliorare noi stessi.
Bibliografia:
Nardone G. (2000). Oltre i limiti della paura. Rizzoli, Milano.
Nardone G. (2016). La terapia degli attacchi di panico. Ponte alle Grazie, Milano.